17 Settembre 2021
Il fenomeno corruttivo affligge, sebbene in misura diversa, Paesi in ogni parte del globo e per questo costituisce una delle tematiche principali al centro del dibattito internazionale. Oltre a minare il concetto di Stato di diritto e ad indebolire la fiducia nei confronti delle istituzioni, la corruzione danneggia la credibilità internazionale, distorce la concorrenza e diminuisce gli investimenti, specialmente quelli stranieri. Secondo la Banca Mondiale, la corruzione è il maggiore ostacolo allo sviluppo sociale ed economico di un Paese. Tale correlazione negativa tra corruzione e crescita era stata evidenziata dal Gruppo di Lavoro Anticorruzione del G20 già nel 2014, con il Documento di High-Level Principles on Corruption and Growth, negoziato anche sotto la direzione della co-presidenza italiana.
Gli indici di misurazione basati sulla percezione del livello di corruzione hanno, nel tempo, mostrato alcuni limiti intrinsechi dovuti a un’analisi soggettiva del fenomeno che può generare risultati distorsivi e parziali.
La creazione di nuovi sistemi di misurazione basati su dati reali, oggettivi, identificabili e verificabili è condicio sine qua non per l’affermazione dello Stato di diritto e del principio di legalità: migliore è la conoscenza del fenomeno corruttivo e la sua misurazione, più alte e centrate saranno le politiche messe in atto dai Paesi per la prevenzione e il contrasto. Tali dati sono inoltre fondamentali per comprendere meglio l’impatto di queste politiche sui risultati in punto di anticorruzione e integrità.
Il tema è stato riconosciuto come una priorità dall’Anti-Corruption Working Group (ACWG) del G20. Sotto la presidenza italiana del 2021, i membri del G20 hanno intrapreso, con il sostegno dell’OCSE, una raccolta delle buone pratiche sulla misurazione della corruzione, dando vita ad un Compendium of Good Practices on Corruption Measurement. Quest’ultimo è stato redatto sulla base delle risposte dei Paesi ad un questionario sulla misurazione della corruzione, fornito su base volontaria a 18 delegazioni. Il Compendio è stato approvato dall’intero ACWG.
Il questionario comprendeva una serie di domande sulle pratiche esistenti e sugli approcci utilizzati dai Paesi del G20 per misurare la corruzione. Partendo da una breve descrizione del sistema nazionale di rilevamento ed esecuzione, che genera dati e statistiche sui casi di corruzione, l’obiettivo finale è stato quello di fare il punto sulle pratiche attuali raccogliendo e condividendo informazioni dettagliate su approcci metodologici, fonti di dati, concetti in uso, attori coinvolti, accesso e utilizzo delle informazioni prodotte. È stato anche raccolto un feedback sui vari tipi di sfide operative, metodologiche e concettuali. Per capitalizzare la diversità delle situazioni dei Paesi, i membri del G20 sono stati incoraggiati a fornire informazioni su una varietà di approcci utilizzati per misurare la corruzione e le relative vulnerabilità.
Lo spirito di questo esercizio è stato quello di raccogliere le buone pratiche dei Paesi del G20 e di sensibilizzare la comunità globale anti-corruzione, incluso il settore privato, il mondo accademico e la società civile, sulla necessità di superare gli indicatori esclusivamente soggettivi/percettivi e di promuovere una discussione e una riflessione collettiva sui modi per migliorare la misurazione della corruzione e sviluppare dati più affidabili, anche in linea con il compito di agire “leading by example” che qualifica il forum globale.