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Evento speciale G20: Il ruolo del biometano nella transizione energetica e nell’economia circolare, all’interno e intorno ai contesti urbani

La riunione si è focalizzata sul ruolo che i biogas e il biometano possono svolgere nel contesto della transizione energetica, e su come sviluppare strategie energetiche capaci di sfruttarne appieno il potenziale.

20 Aprile 2021

Evento speciale G20: Il ruolo del biometano nella transizione energetica e nell’economia circolare, all’interno e intorno ai contesti urbani

L’evento virtuale del G20 italiano Energia – Clima, organizzato il 15 aprile 2021 dalla Presidenza in collaborazione con l’AIE, GSE, ENI e SNAM, si è focalizzato sul ruolo che i biogas e il biometano possono svolgere nel contesto della transizione energetica, e su come sviluppare strategie energetiche e politiche capaci di sfruttarne appieno il potenziale.

Il biogas e il biometano sono infatti due fonti di energia che rispondono a due sfide cruciali della vita moderna: la necessità di gestire quantità crescenti di rifiuti organici prodotti nelle società e nelle economie, e l’imperativo di prevenire le emissioni lungo l’intera catena del valore. Il workshop ha sottolineato il potenziale inutilizzato di biogas e biometano, anche in considerazione del fatto che liquidi e gas rappresenteranno ancora la parte più importante del consumo di energia nel 2040 e che occorre una maggiore penetrazione di vettori di energia “pulita”. Il ruolo del biogas e del biometano è particolarmente rilevante nei settori “hard-to-abate” e quale mezzo per la produzione di elettricità rinnovabile nonché per il “clean cooking”, soprattutto nelle economie in via di sviluppo.

Un altro beneficio significativo riguarda il settore dei trasporti, responsabile globalmente di circa il 24% delle emissioni di CO2 da combustione di carburante. La produzione di biogas e biometano da rifiuti organici può attivare modelli di economia circolare – particolarmente, ma non soltanto, nei contesti urbani – e migliorare la sicurezza dell’offerta, assicurando al contempo una riduzione dei costi nella gestione dei rifiuti, creando lavoro e accrescendo l’efficienza delle risorse.  Anche nel settore agricolo il processo di produzione può ridurre le emissioni, contribuendo a restituire materiale organico al suolo.

Sono pertanto cruciali politiche che riconoscano questi benefici multipli e puntino a migliorare la competitività di tali carburanti rispetto alle fonti fossili. Occorrono nuovi modelli di “business” e strumenti di accesso a finanziamenti per sviluppare il relativo mercato.

In questa prospettiva, Germania, Svezia e Italia sono state menzionate quali “leader” del processo. In Italia, in particolare, è stato previsto nel 2018 un sistema di incentivi, della durata di 20 anni, basato sull’emissione di certificati di miscelazione obbligatori, pagati a prezzo fisso nel caso di biometano avanzato sostenibile e di biocarburanti prodotti da rifiuti e materie prime non alimentari. Secondo autorevoli studi, in Italia, utilizzando totalmente la frazione organica dei rifiuti urbani da raccolta differenziata, è possibile produrre la quantità di biometano corrispondente a circa il 40% del gas naturale utilizzato allo stato attuale nei trasporti.