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Ripresa economica e digitalizzazione al centro del terzo incontro del Framework Working Group del G20

18 Marzo 2021

Ripresa economica e digitalizzazione al centro del terzo incontro del Framework Working Group del G20

I membri del Gruppo di lavoro Framework del G20 (Framework Working Group – FWG) si sono incontrati giovedì 18 marzo 2021, per il terzo incontro ufficiale sotto la Presidenza italiana del G20. L’incontro ha offerto ai Membri del Gruppo l’occasione di avanzare su alcuni dei temi più pressanti dell’agenda G20. Un meeting, il terzo di questo Gruppo di lavoro della filiera finanziaria, che cade tra la prima Riunione dei Ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche Centrali del G20 – svoltasi il 26 febbraio– e il secondo incontro ufficiale in programma per il 7 aprile prossimo.

Nella prima riunione di febbraio, Ministri e Governatori hanno riconosciuto che, nonostante l’avvio delle campagne di vaccinazione e l’evidenza di primi segnali di ripresa, permangono difficoltà sia da un punto di vista economico che sanitario. Ministri e Governatori concordano sulla volontà di rafforzare il coordinamento internazionale per affrontare le attuali sfide globali, partendo da priorità condivise e da un approccio multilaterale. Tali priorità includono l’aggiornamento del G20 Action Plan, ossia il principale strumento volto a mitigare l’impatto della crisi pandemica da Covid-19, adottato dal gruppo nel 2020.

Nella seconda riunione di aprile, i Membri saranno chiamati a raggiungere un consenso sulle misure che sottendono l’aggiornamento dell’Action Plan e il Framework Working Group rappresenta il principale consesso, a livello operativo, per analisi e discussioni su come rendere l’Action Plan adeguato per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

In questo contesto, il Gruppo ha discusso possibili misure per affrontare sia le attuali sfide globali sia le difficoltà che caratterizzavano l’economia globale già prima della pandemia, come i bassi livelli di crescita economica, l’emergere di disuguaglianze e i rischi collegati ai cambiamenti climatici e ambientali.   

Grazie a dati e analisi forniti da Organizzazioni Finanziarie Internazionali, quali il Fondo Monetario Internazionale (FMI), l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), il Gruppo ha esaminato l’attuale contesto economico e sanitario globale, vagliando i progressi già registrati rispetto agli obiettivi prefissati nel’Action Plan.

Il terzo incontro del Gruppo Framework è stato preceduto da un seminario, dal titolo: ‘The monetary-fiscal policy-mix: measures for the recovery‘. Tale seminario, tenutosi il 10 marzo in modalità virtuale, ha visto la partecipazione del professor Francesco Bianchi dell’Università di Duke, che ha presentato i risultati di una decennale ricerca sul coordinamento tra politiche fiscali e monetarie – il cosiddetto policy mix – e su come tale approccio possa favorire l’uscita da congiunture economiche sfavorevoli. Infatti, separare i bisogni di una stabilizzazione di breve periodo dalle necessità di stabilità finanziaria di lungo periodo permetterebbe a molti paesi di liberare risorse emergenziali, senza compromettere la sostenibilità del debito e la stabilità dei prezzi. La risoluzione di situazioni di incertezza politica a livello locale sarà essenziale per ridurre le vulnerabilità finanziarie nei mercati internazionali, evitando ripercussioni negative per le economie emergenti.

La discussione è proseguita con un’approfondita analisi dei benefici che lo sviluppo delle piattaforme digitali possono portare ai fini di una ripresa economica forte, sostenibile e inclusiva.

Le misure di isolamento dello scorso anno e la conseguente crisi economica hanno dimostrato che le piattaforme digitali sono un elemento chiave della trasformazione digitale. Persone e imprese acquistano con sempre maggior frequenza beni e servizi attraverso piattaforme digitali. Inoltre, il pubblico si affida a spazi di acquisto virtuali per la ricerca di lavoro, informazioni, divertimento e per molti altri servizi.

Durante la riunione, l’OCSE ha presentato un rapporto su questo tema che evidenzia come le piattaforme digitali abbiamo triplicato la loro presenza, tra il 2013 e il 2019, nelle economie del G20. La pandemia ha accelerato ulteriormente l’utilizzo di alcuni di questi strumenti innovativi. Dati OCSE raccolti nello scorso decennio mostrano inoltre che le piattaforme digitali hanno generato ampi benefici e opportunità economiche. Oltre a facilitare la resilienza dell’economia a shock estemporanei, la diffusione di piattaforme digitali permette di favorire significativi incrementi di produttività. Sempre l’OCSE stima che una duplicazione delle attività delle piattaforme digitali potrebbe incrementare la produttività in alcuni settori di due punti percentuali.

Tuttavia, l’attuale congiuntura economica ha dimostrato che la capacità di virare verso l’utilizzo di tali strumenti digitali sia estremamente disomogenea tra i diversi paesi e in buona parte legata ai livelli di preparazione digitale pregressi. Sarà quindi cruciale trovare consenso su una serie di misure che possano favorire una rapida transizione verso economie caratterizzate dall’utilizzo del digitale, garantendo, al tempo stesso, alti livelli di inclusione, per evitare che qualcuno venga lasciato indietro. In questo senso, l’OCSE suggerisce una serie di soluzioni politiche che includono: la definizione di meccanismi in grado di garantire una diffusione bilanciata delle piattaforme digitali; soluzioni per la riduzione del divario di competenze informatiche e per il miglioramento di opportunità di formazione e condizioni di lavoro; norme a vantaggio di una maggiore trasparenza e apertura del mercato; e procedure standardizzate per la raccolta di dati comparabili tra diversi paesi.

Il FMI ipotizza che una maggior automazione e la fruizione di servizi digitali non sia temporanea e insiste sulla necessità di creare una struttura normativa in grado di connettere crescita economica e digitalizzazione.

La crisi economica generata dal Covid-19 può minare sia la produttività all’interno delle realtà imprenditoriali, sia il peso che alcune realtà industriali o alcuni settori produttivi hanno sull’economia. Nel rapporto presentato oggi, il FMI identifica l’adozione di nuove tecnologie, la rapidità di ricollocazione e la qualità del lavoro come principali temi da tenere in considerazione per favorire la positiva interconnessione tra digitalizzazione e produttività.

Questo è il momento di comprendere in profondità come la crisi da Covid-19 possa influenzare la produttività, suggerisce il FMI, aggiungendo a questa analisi un esame dell’efficacia di politiche a supporto di riallocazioni o investimenti in tecnologia e beni immateriali. Sarà inoltre fondamentale, ha concluso il FMI, mappare i bisogni nei differenti contesti, compresi la formazione professionale e la necessità di credito a supporto del mercato.

Questioni legate a nuove competenze lavorative e la necessità di adattare le condizioni di lavoro a contesti lavorativi profondamente mutati erano al centro del terzo ed ultimo contributo, da parte dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. In particolare, l’OIL evidenzia il bisogno di adattare le norme che regolano le condizioni di lavoro, per renderle rispondenti ai nuovi contesti di lavoro digitali. La trasformazione digitale deve essere accompagnata da una trasformazione culturale, orientata alla creazione di società più sostenibili e inclusive.

Il dibattito su come la digitalizzazione possa favorire una ripresa economica rapida, sostenibile e inclusiva continuerà nei prossimi mesi. I prossimi avanzamenti in questa area di lavoro si vedranno nel corso del secondo incontro dei Ministri e Governatori G20 ad inizio aprile e nella quarta riunione del Framework Working Group in programma il 29 aprile 2021.