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Secondo Environment Deputies Meeting (EDM) del G20

Il 28 aprile 2021 si è tenuto, in modalità virtuale, il secondo dei cinque incontri sui temi ambientali per preparare il vertice del 22 luglio 2021 dei su due ulteriori punti proposti dalla Presidenza Italiana del G20: gli oceani ed i mari, e rifiuti marini, con particolare riferimento a quelli derivanti dalla plastica.

30 Aprile 2021

Secondo Environment Deputies Meeting (EDM) del G20

Il 28 aprile 2021 si è tenuto, in modalità virtuale, il secondo dei cinque incontri sui temi ambientali per preparare il vertice del 22 luglio 2021 dei su due ulteriori punti proposti dalla Presidenza Italiana del G20: gli oceani ed i mari, e rifiuti marini, con particolare riferimento a quelli derivanti dalla plastica.

Oceani e mari

L’importanza dei mari non è data solo dalla loro estensione sulla superficie del pianeta (circa il 70%), ma soprattutto dal ruolo fondamentale che rivestono in termini di regolazione del clima e mitigazione della temperatura, fornendo altresì un cruciale effetto carbon sink grazie ad ecosistemi quali tra gli altri le mangrovie, le alghe ed i processi chimici che vi si verificano. È noto che i mari assorbono circa il 90% del calore prodotto dalla concentrazione di ossido di carbonio in atmosfera derivante da emissioni ascrivibili alle attività umane.

Tutti gli studi scientifici sono concordi nel lanciare l’allarme per gli effetti che i cambiamenti climatici stanno avendo sui mari: rialzo del loro livello, acidificazione e deossigenazione, rialzo della temperatura degli oceani. Sul fronte della perdita di biodiversità marina, tra le principali cause devono essere menzionate anche le pratiche di pesca non sostenibili con il sovra-sfruttamento delle risorse marine, l’introduzione di specie aliene invasive e, soprattutto, l’inquinamento degli ambienti costieri e marini ad opera dovute alle pressioni antropiche.  In questo contesto, durante il secondo incontro dell’Environment Deputies Meeting (cd EDM) si è discusso in particolare di:

  • contributo del G20 all’obiettivo proposto di proteggere almeno il 30% dell’oceano globale entro il 2030, in particolare attraverso la promozione dell’identificazione di misure concrete di conservazione e attuazione
  • adozione di un approccio coordinato a livello regionale (convenzioni e organizzazioni regionali, come convenzioni marittime regionali e organizzazioni regionali per la gestione della pesca (ORGP)) come strumenti efficaci per l’identificazione di misure concrete di conservazione e attuazione per la protezione del 30% degli oceani globali (30by30)
  • potenziale supporto del G20 alla finalizzazione tempestiva del futuro accordo BBNJ per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità marina in quelle aree al di fuori della giurisdizione nazionale (ABNJ) come strumento chiave di protezione e risposta concreta al suddetto ambizioso obiettivo 30by30.

Rifiuti marini da materie plastiche

L’inquinamento dei mari da materie plastiche e microplastiche (cd marine litter) ha oramai raggiunto livelli allarmanti, mettendo in crisi gli ecosistemi e la salute dell’uomo. Si stima che 150 milioni di tonnellate di materie plastiche siano ad oggi presenti negli oceani e che ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di nuovi rifiuti plastici si riversino in mare. Particolare allarme desta l’inquinamento da micro plastiche in quanto queste finiscono per essere ingerite da una vasta quantità di organismi e si accumulano lungo la catena alimentare. Tenuto conto della complessità del problema, la discussione è stata incentrata sull’analisi di possibili strategie di gestione integrata, quali tra le altre:

  • la creazione di banche dati regionali dedicate anche all’identificazione di fonti costiere di marine litter;
  • la prevenzione del problema del marine litter (ad esempio con la raccolta differenziata ed il riciclo della plastica e la creazione di un’economia circolare);      
  • adozione di provvedimenti legislativi adeguati;
  • diffusione della consapevolezza del problema nell’opinione pubblica.

Dalle discussioni è emerso che investire nella protezione e nel ripristino degli ecosistemi costieri è un’utile opzione di “stimolo blu” anche per il recupero dalla pandemia da COVID-19. Tali investimenti sono particolarmente rilevanti in quanto possono fornire anche benefici economici, sociali e sanitari per le comunità e i settori interessati. Il tema verrà ulteriormente sviluppato nel terzo EDM del G20 dedicato alla “finanza verde” e in programma il 28 maggio 2021.